giovedì 26 novembre 2009






Il bambino è qui. Fermo, rannicchiato in una teca di vetro. Punta il dito verso nord. Quando lo libero il mio bambino si dirige a grandi passi verso il ripiano della libreria dove ho sistemato Pentothal. è di Paolo Pentothal, gli dico. Lo prende. Lo bava. Lo guardo, è quasi un cane.
Il bambino sono ore che non mi chiede dov'è suo padre mi sembra l'occasione giusta per avvicinarlo a me, alla mia pancia, al mio calore e tagliargli le unghie, sfoltirgli la coda.
Sono tornata, amore, solo per questo.

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